A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
In questi due articoli ci accingiamo ad esplorare il percorso e le tracce della rilevante storia di un corso d'acqua che, nei tempi più recenti, è stato associato unicamente a degrado e sporcizia: la roggia Gerenzana.
Certo, a vederla scorrere nel proseguimento di via Venosa viene un po' di tristezza. D'altra parte la soluzione, più volte proposta, di coprirla con asfalto e tombinarla ricorda un po' il luogo comune della portinaia che nasconde l'immondizia sotto lo zerbino. Una vera rivalutazione del tratto scoperto della roggia, che pure come vedremo riserva angoli suggestivi, sarebbe un primo passo per la sua fruizione da parte della cittadinanza.
Partiamo però dall'inizio: la roggia Gerenzana attraversa primariamente due zone milanesi, la Tre e la Quattro. Essa infatti nasce in zona Due, ma il suo percorso in quella circoscrizione è di poche centinaia di metri. La roggia si dirama dall'incrocio del Seveso e del naviglio della Martesana, da cui prende l'acqua, nell'isolato che attualmente è contornato dalle vie Melchiorre Gioia ad ovest, Schiapparelli a nord, Copernico ad est e Tonale a sud, e nello stesso punto ha origine anche il torrente Sevesetto, di cui però non ci occuperemo.
A questo punto la roggia attraversa il quartiere adiacente alla Stazione Centrale (il suo percorso in questo tratto venne modificato tra il 1888 ed il 1923) per raggiungere il corso Buenos Aires, attraversato il quale,
all'altezza di via Boscovich, percorre tutta via Spallanzani, e si infila tra le case di via Spallanzani 6 e 10 dove c'è ancora un tratto scoperto, di cui è stata più volte chiesta la valorizzazione; dopo di che essa rasenta le vie Sirtori e Mascagni, ed è qui che appare il suo primo tratteggio di importanza storica.
Nell'ottocento, la roggia Gerenzana alimentava i bagni Diana, la prima piscina pubblica all'aperto di Milano. Anche dopo la trasformazione in Hotel Kursaal Diana, nello spazio interno, i camerini cingevano sotto le fronde del giardino la vasca, parallela al bastione e alimentata dalla roggia Gerenzana, la cui acqua veniva filtrata tramite mucchi di ghiaia e sabbia.
Inoltre, nel quadrilatero compreso tra Piazza Oberdan, via Spallanzani, via Melzo, via Lambro e Mascagni, lì accanto, fu costruito nel 1861 lo stabilimento della Società Anonima Omnibus e Tramways, che gestì la rete dei tramway di Milano e la prima linea di tram a cavalli tra Milano e Monza, inaugurata nel 1876 dal Principe Umberto. Ebbene, anche qui la roggia Gerenzana veniva utilizzata, in quanto riforniva gli abbeveratoi per cavalli.
Concludiamo questo primo articolo descrivendo il percorso della roggia, che come detto raggiunge la nostra zona per poi attraversarla in direzione nord-ovest - sud-est. Essa costeggia la circonvallazione dei bastioni, fatto salvo un allargamento in corrispondenza del convento dei cappuccini di via Kramer, per poi distaccarsene all'altezza dell'odierna via Anfossi, dopo di che seguendo il percorso della vecchia strada paullese (da lei evidentemente condizionato) costeggia le vie Paullo, Spartaco, Maestri Campionesi, Pistrucci.
Attraversata piazza Insubria, il suo percorso inizia a rendersi visibile e si conclude nelle campagne di San Giuliano Milanese, un tempo proprietà dei Marchesi Brivio Sforza, i cui campi irrigava.
Il periodo aureo della famiglia Brivio fu tra il XV e il XVI secolo, quando alcuni dei suoi membri furono insigniti delle più alte cariche dello Stato Milanese.
La costante fedeltà dei Brivio alle sorti del ducato milanese fu premiata con la concessione dell'autorizzazione ad abbinare il nome del casato degli Sforza a quello del proprio casato: cosicchè la nobile famiglia potè, da allora, chiamarsi Brivio-Sforza. Nel 1606 essi acquistarono i terreni necessari per la costruzione della roggia Gerenzana.
Nel prossimo articolo esamineremo in dettaglio il suo percorso tuttora rintracciabile e la sua rilevanza storica, particolarmente nella zona 4.